lunedì 23 dicembre 2013

Il viaggio di un'anima dall'Emilia Romagna al Veneto alla Liguria: intervista allo scrittore Francesco Gallina


Ho intervistato il giovane scrittore Francesco Gallina, autore del thriller "DE PERFECTIONE" (Ed. Helicon), amante dei viaggi, della fotografia ed autore anche di racconti e poesie. Mi ha accompagnato in un viaggio alla scoperta dell'animo umano e di regioni quali l'Emilia Romagna, il Veneto e la Liguria.
 
D) Buongiorno Francesco, ti ringrazio per la disponibilità. Puoi parlarci un po' di te?
R) Grazie a te! Ho ventuno anni e frequento con entusiasmo il terzo anno della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Parma, dove vivo. Sono un divoratore di libri, fotografo per passione e soprattutto amante dello studio inteso come approccio alla diverse sfaccettature della cultura e come fonte di rielaborazione e sviluppo del pensiero. Dai tempi del liceo coltivo un pallino per la filosofia, materia sempre più maltrattata e che dovrebbe invece risalire alla ribalta, proprio in tempi di crisi come quelli che stiamo attraversando. Sono autore del thriller "DE PERFECTIONE" e di racconti quali "Atelofobia", "La leggenda di Ulf" o "La vera storia di Tommaso Vedramin". Mi cimento inoltre nella scrittura poetica, sfruttando l'endecasillabo sciolto e la metrica barbara ma non disdegnando il verso libero.
D) Quando ti sei avvicinato alla scrittura come espressione creativa e cosa rappresenta per te? R) Ho iniziato fra la quarta e la quinta liceo, periodo al quale risale la prima stesura del romanzo. Scrivere rappresenta un ottimo antidoto antistress, un toccasana. Ma in primo luogo è un modo per confrontarsi con i più grandi: solo così loro possono sopravvivere ed io godere di quel poco di buono che la vita ci offre, tra cui l'arte e la letteratura. Non ho certo la presunzione di definirmi artista ma solo dialogando con i grandi classici e anche gli autori minori posso perlomeno essere sicuro di non scrivere baggianate. Poi starà ai lettori giudicare...
D) Quali sono i tuoi libri ed autori di riferimento? R) Potrei dire da Petronio, Sallustio e Dante fino a De Roberto, Primo e Carlo Levi, Umberto Eco, McGrath. Amo le grandi tragedie, i gialli ad incastro ed i film. Perché molta ispirazione la trovo guardando i film. Non a caso molti hanno definito il mio libro "cinematografico", perché il narratore racconta come dietro una macchina da presa, focalizzandosi anche su piccoli dettagli apparentemente insignificanti. Adoro Trovatore e Nolan, Haward e Von Trier. Il più però lo devo alle letture filosofiche: Guglielmo di Occam, Kant, Hobbes e la sua teorizzazione dello stato di natura, Rosmini, Kierkegaard, Nietzsche e soprattutto Freud, in particolare "Aforismi e pensieri". Per la poesia invece mi ispiro a Pascoli, Gozzano, Luzi e ai minori come i vociani (Campana, Boine, Rebora, Sbarbaro), Boito, Lucini, fino a Zanzotto ed il Gruppo 63.
D) "DE PERFECTIONE" è il tuo primo romanzo. Com'è nato e di che cosa parla?
R) Nasce da una domanda: gli illuministi sono illuminati da una luce che chiarisce o accieca cancellando il limite al di là del quale si può agire? Gli illuministi del romanzo sono medici che nella clandestinità ed illegalità han fondato una setta basata su un'utopia: la perfezione. Non svelo troppo per non anticipare nodi cruciali. La scoperta di questi scienziati criminali sarà il torbidissimo punto di arrivo di una storia che inizia nel nostro presente e vede per protagonista Giona Alighieri, un nome e un programma: Alighieri è un cognome che ci rimanda al viaggio nelle infernali viscere della terra ed il nome Giona ci rimanda allusivamente al personaggio biblico divorato dalla balena. La balena in questo caso è il mieloma multiplo che nelle prime pagine Giona scopre di avere in stato avanzato. Giona è un professore sulla quarantina, solo, riflessivo, nevrotico e cinico a causa di un tragico passato alla spalle ma che ha passato la sua vita a trasmettere un'idea di scuola come luogo d'incontro, di riflessione e di sviluppo critico e non solo come edificio di banchi e nozioni. Quella in cui lavora Giona è una scuola piagata dalla crisi, anche del pensiero ma che può vantare persone di grande professionalità ed impegno. Il finale del libro dipenderà anche da questo, oltre che da un incredibile colpo di scena che lascia il romanzo aperto. Temi cruciali sono la patologia fisica e psichica, il rapporto tra scienza e l'utopia, il viaggio, la medicina nella sua buona e cattiva deontologia, l'omicidio ed il suicidio ed altro ancora.
D) Uno dei temi che fanno da sfondo al romanzo è il viaggio. Cosa significa per te viaggiare? E per Giona Alighieri, il protagonista del tuo libro? R) Proprio tramite quello che Giona scopre, inizia un viaggio che lo vede protagonista in tre località apparentemente disgiunte fra loro: Padova, Montallegro, Grazzano Visconti. Ma questo è solo un viaggio, il più grande, quello che attraversa le pagine centrali del romanzo e che è conseguenza della sua illimitata curiosità, l'unico motore galvanizzatore della sua vita. In realtà c'è un primo viaggio, quello che vede Giona fra le corsie degli ospedali alla ricerca di una terapia forse impossibile. Poi ci sono i continui spostamenti che fa nella sua (e mia) amatissima terra: la Liguria ed il suo mare impregnano tutto il romanzo ed il viaggio per Giona diventa un modo per staccarsi dalla sedia su cui corregge i compiti e vivere finché è a tempo. Questo è infine un viaggio di formazione, di crescita interiore, è un viaggio dell'anima. Anche io ero come Giona fino a pochi anni fa, perché avendo un grave problema di salute non potevo viaggiare granché; ora, essendosi risolto in gran parte, ho l'opportunità di viaggiare, opportunità che mi è data soprattutto dai concorsi letterari. Non sono mai stato all'estero: prima voglio cogliere ogni piccola sfumatura dell'Italia, a quel punto si vedrà... Dei luoghi mi piacciono i dettagli, gli angoli meno battuti dai turisti e la loro storia. E' anche così che nascono i miei racconti.
D) So che sei un amante dei viaggi e che scrivi anche poesie. Ci sono luoghi che ti sono rimasti nel cuore o che hanno ispirato in particolare la tua vis poetica e narrativa? R) Quelli descritti nel romanzo sono luoghi che amo. Penso di conoscere la Liguria molto meglio dell'Emilia Romagna, la regione in cui vivo. Padova e la monumentalità di Prato della Valle, Montallegro e la sacralità, Gazzano Visconti ed il mistero: ecco in due parole cosa troverete nel romanzo. Ho ambientato poesie sul Lago di Garda, una a Sirmione, a Mirandola in occasione del terremoto e diverse a Monterosso, fra cui "Antitesi" incentrata sulla tragica alluvione del 2011. Vorrei ambientare qualcosa in Lunigiana e nelle catacombe romane: quella di San Callisto mi ha incredibilmente affascinato.
D) Sei un giovane di ventuno anni. Come stai vivendo questo periodo di crisi economia e di cambiamento del nostro paese? R) Lo vivo senza tanta indignazione. Odio gli indignati. Se ci troviamo nella situazione in cui ci troviamo, la responsabilità è un po' di tutti, di noi e forse un po' di più di chi ci ha preceduto. Dato che dalle radici storte nascono piante storte, sarebbe bene proprio ripartire dalla scuola dove il bambino cresce e, perché cresca bene, dovrebbe essere guidato da persone che sappiano fare il loro lavoro ed oltre alle nozioni base pur indispensabili, insegnino a usare la propria testa ed il valore della parola, della dignità, delle scelte e delle loro conseguenze, della responsabilità e del libero arbitrio, per esempio scegliere in quali ambiti fare i tagli in politica. Poi, certo, non c'è solo la scuola di mezzo ma tredici anni di scuola non possono non incidere sull'individuo e bisogna vedere come e se incidono. Si parla di crisi economica ma dato che l'economia è un prodotto dell'uomo e del suo pensiero, io parlerei più di crisi di pensiero. Se si investisse più su di noi giovani, nella cultura e nella conservazione dei beni culturali magari l'economia italiana ne uscirebbe più fiorente. E una volta investito sui giovani, bisogna vedere se quei giovani hanno competenza e cervello. Insomma, tutto dipende da noi.
D) Quali sono i tuoi progetti per il futuro? R) Quest'anno sono impegnato con la tesi di laurea triennale quindi al prossimo anno con la scrittura creativa! Poi se tutto fila liscio frequenterò la magistrale in lettere moderne e poi si vedrà...certamente mi butterò sull'insegnamento nelle superiori (concesso che trovi lavoro) anche se il sogno di un dottorato e dell'insegnamento universitario mi attrae molto. Vedremo come evolveranno le cose e se quella funzione dell'intellettuale di cui parlava Gramsci ne "Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura" sarà valutata per la sua reale e non retorica importanza.
E' possibile leggere questa intervista anche al link http://nonsoloturisti.it/2013/12/de-perfectione-un-viaggio-dellanima-attraverso-la-liguria/
foto: lo scrittore Francesco Gallina & "DE PERFECTIONE" (per sua gentile concessione)

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